venerdì 24 aprile 2020

Il coronavirus e l'impulso alla digitalizzazione-STEP#11

I giorni che stiamo vivendo sono molto duri per tutti. Mai avremmo immaginato di ritrovarci chiusi nelle nostre abitazioni senza possibilità di contatto con altre persone. Mai avremmo pensato che quel virus che in un primo momento ci sembrava tanto lontano sarebbe arrivato nelle nostre famiglie, nelle città, nei luoghi che frequentiamo tutti i giorni.
La vita continuava a procedere ai ritmi di sempre, ognuno era preso dalle sue cose, da una frenesia che caratterizzava ormai la nostra esistenza, eppure, da un giorno all'altro, tutto si è bloccato. C'è stato chi si è ribellato, chi si è ritrovato incredibilmente disorientato, chi ha avuto davvero paura.
Ad oggi siamo qui, a due mesi dall'entrata in vigore della quarantena con una speranza sempre più forte che le cose possano tornare come prima.
La domanda che a questo punto mi pongo è la seguente: le cose potranno tornare come prima?
Certo ci sono stati tanti cambiamenti, cambiamenti che ci hanno fatto male, molto male, ma altri che ci hanno spinto a modificare il nostro stile di vita per far fronte a esigenze ormai cambiate.
Uno di queste è l'impulso fortissimo dato alla digitalizzazione. Io stessa ho visto la mia vita di studentessa stravolta da questi mezzi che mi hanno permesso di svolgere esami, di seguire lezioni, di partecipare a classi  virtuali con colleghi provenienti da tutte le parti del mondo!
In un'intervista da parte del giornale "Il Fatto Quotidiano", Angelo Bardini, Ambassador dell'Indire, Ricerca dell'innovazione per la scuola italiana, ha usato una metafora che mi è piaciuta molto, perché a mio parere rende bene il concetto su cui mi sto soffermando. Egli, parlando, appunto della scuola italiana e dei suoi sforzi verso la digitalizzazione dice, "Questa emergenza è come quando ti buttano in mare da bambino e sei costretto ad imparare a nuotare: per tanti sarà un impulso importante alla modernizzazione”.

Non voglio soffermarmi soltanto sulla scuola, ma allargare lo sguardo a tutte le aziende che hanno promosso lo smart-working e hanno permesso il lavoro da casa. C'è stato un lavoro immenso; la digitalizzazione è entrata in un modo o nell'altro nelle case di tutti gli italiani e ha riempito le vite che in un primo momento avevano perso quei punti di riferimento che sono la scuola e il lavoro.

Non solo, sono stati distribuiti strumenti tecnologici a chi non avesse la possibilità di comprarli, sono state create piattaforme online per tutti, dai più piccoli ai più grandi, in modo da riempire anche i momenti da sempre dedicati allo svago.
L'Italia ha fatto passi da gigante.
Al termine di questa riflessione direi che la risposta alla mia domanda è no: non potrà mai tornare tutto come prima. Aldilà di questa vicenda così triste che lascerà una ferita nei cuori di tutti mi sento di dire che l'impulso che è stato dato alla digitalizzazione non sarà fine a sé stesso ma continuerà a far parte delle nostre vite, cambiando molti modi di fare che avevamo prima.

Link:https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/03/05/coronavirus-scuole-chiuse-dallimpulso-per-la-digitalizzazione-alla-mancanza-di-contatto-vantaggi-e-criticita-delle-lezioni-a-distanza/5725929/

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