mercoledì 27 maggio 2020

Poesia come impulso dell'anima-STEP#20

"E infatti il poema epico è contro la natura della poesia. 
1° Domanda un piano concepito e ordinato con tutta freddezza
 2° Che può aver a fare colla poesia un lavoro che domanda più e più anni d'esecuzione? La poesia sta essenzialmente in un impeto. È anche contro natura assolutamente impossibile che l'immaginazione, la vena, gli spiriti poetici, durino, bastino, non vengano meno in sì lungo lavoro sopra un medesimo argomento. È famosa, non meno che manifesta, la stanchezza e lo sforzo di Virgilio negli ultimi 6. libri dell'Eneide scritti veramente per proposito, e non per impulso dell'animo, né con voglia."

29 agosto 1828

A. Ferrazzi, Giacomo Leopardi, 1820 circa, olio su tela,
Recanati, Palazzo Leopardi
"Un immenso scartafaccio" per citare lo stesso Giacomo Leopardi, lo Zibaldone, da cui sono tratte le righe da me inserite,  rappresenta una sorta di diario all'interno del quale nel corso degli anni, a partire dall'estate 1817 , il filosofo annota una serie di appunti, di riflessioni e di pensieri.
Si tratta di una vera e propria autobiografia personale, che verrà compresa completamente forse solo qualche decennio fa, portando alla luce un nuovo Leopardi e con lui un'analisi moderna e innovativa del suo pensiero. L'opera stessa diventa il luogo di un'elaborazione intellettuale incessante che ritroviamo nei lavori che via via videro la pubblicazione nel corso degli anni. 

Copertina della prima edizione
(vol. VI, 1900)
Lo Zibaldone era inizialmente il luogo di riflessione centrato prevalentemente sull'attività di poeta nel quale Leopardi annotava idee o spunti. A tal proposito degno di nota è un pensiero datato 29 agosto 1828 in cui riscontriamo il concetto di poesia come impulso dell'anima.
Approfittando di un'analisi dei poemi epici, infatti, Leopardi osserva quanto la poesia possa essere assimilata a un impeto. Non a caso rivede nella lirica il "solo primitivo e solo vero genere di poesia" poiché collegata a una miriade di sentimenti che l'uomo, e il poeta, prova e desidera esprimere. 
E' naturale il domandarsi su come un'opera, quale il poema epico, che richiede anni e anni di esecuzione e, di conseguenza, anni e anni di riflessione, possa essere considerata opera poetica.

Il filosofo, però, riesce a trovare immediatamente un controesempio, in quanto scrive "Il Furioso è una successione di argomenti diversi, e quasi di diverse poesie; non è fatto sopra un piano concepito e coordinato in principio; il poeta si sentiva libero di terminare quando voleva; continuava di spontanea volontà, e con una elezione, un impulso." 
In questo modo riconosce all'Ariosto la capacità di rendere opera poetica un poema cavalleresco composto da 46 canti. Tale capacità è dovuta all'aver trattato storie diverse legate a impeti e passioni piuttosto che a fatti e avvenimenti.
L'invettiva di Leopardi verrà rivolta anche nei confronti della drammatica, la quale è "cosa prosaica" dal momento che presenta versi "di forma, non di essenza".

La biblioteca di Palazzo Leopardi a Recanati
In definitiva si tratta di una riflessione di straordinaria acutezza e modernità che arriva a formulare la teoria non scontata che la poesia sia puramente impulso dell'anima, come espressione di passioni e di sentimenti personali da condividere con il resto dell'umanità.










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