lunedì 25 maggio 2020

Impulsi irrazionali e razionalità tecnica-STEP#18

"Ma contrariamente a quanto pensava Weber, analogo declino attende, secondo Severino, anche l'ideologia capitalista perché, se è vero, come scrive Weber, che:"il capitalismo può essere identificato con il temperamento o perlomeno con il controllo razionale di quegli impulsi irrazionali che sono l'istinto del 'profitto' e la 'sete di guadagno' anzi del massimo guadagno monetario possibile", il capitalismo ha solo moderato, non eliminato quell'impulso che, essendo "irrazionale" non può evitare di entrare il conflitto con la razionalità tecnica.
Umberto Galimberti
Finché la tecnica era abbastanza grande e pochi erano gli operatori animati da quell'impulso irrazionale, ma soprattutto modesti erano i mezzi tecnici in grado di distruggere la terra per soddisfare quell'impulso, poteva bastare la "disciplina" capitalistica, ma ora che la terra s'è fatta piccola, numerosi gli operatori e giganteschi i mezzi tecnici, il capitalismo si trova nella contraddizione di poter realizzare i propri scopi solo attraverso una progressiva distruzione della terra."
U. Galimberti, Psiche e Techne

Umberto Galimberti, filosofo, giornalista, psicanalista, sociologo e accademico, scrive nel 1999 Psiche e Techne, L'uomo nell'età della tecnica
Ho estrapolato una parte che, a mio parere, rende chiaro l'atteggiamento dell'uomo nei confronti della tecnica al giorno d'oggi. Il taglio di Galimberti è ben evidente: nelle poche righe da me riportate ritroviamo già una serie di rimandi ad altri autori, in accordo con il suo modo originale dalla forte tendenza all'interdisciplinarietà.  
Il concetto da cui parte il filosofo è in questo caso l'impulso irrazionale verso il profitto e la sete di guadagno.
Tale istinto rivolto, addirittura,  al "massimo guadagno monetario possibile" è stato in parte frenato dallo stesso capitalismo, seppure abbia continuato a persistere nella natura stessa dell'uomo.
Al contrario della tecnica antica, che riusciva a rientrare entro certi limiti, la tecnica contemporanea sembra aver trovato nella violazione stessa della natura il suo punto forte, andando a emancipare sempre di più l'uomo nella sua condizione di superiorità dal mondo animale.


Tale tecnica, dunque, appare perfetta per l'impulso irrazionale dell'uomo, che ritrova nello sfruttamento della terra e nell'applicazione di strumenti sempre più accurati e inquietanti la massima espressione del suo istinto primordiale.  Da sempre ne è stata l'essenza: gli ha permesso di estendere il suo dominio su tutta la terra; senza di essa non sarebbe sopravvissuto. Eppure ad oggi la tecnica, da sempre usata per dominare il mondo, diventa l'ambiente dell'uomo, subordinando le esigenze del genere umano a quelle di essa stessa.
Non a caso lo stesso Bacone aveva proclamato, secoli prima, "Scientia est potentia".
A questo punto l'irrazionalità dell'impulso rivolto al guadagno entra in conflitto con il mondo della tecnica ma, se a occhi esterni e in parte superficiali appare ancora una certa dualità, agli occhi del filosofo è rimasto un unico soggetto, l'apparato tecnico, che ha reso suoi predicati tutti i singoli soggetti.

Bibliografia: Umberto Galimberti, Psiche e Techne, L'uomo nell'età della tecnica, Feltrinelli editore

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