dèmone a scegliere voi, ma voi il dèmone […]. La
Mosè (o il nucleo solare), Frida Kahlo, 1945 |
Platone, Il mito di Er
Il concetto di "daimon" deve il suo successo a un'opera di Platone, il mito di Er, nella quale il filosofo descrive i tratti salienti del concetto che sarà poi centrale nella filosofia occidentale. La citazione che ho inserito a inizio post riassume in maniera chiara il significato che il filosofo dà al demone: un compagno dell'anima umana che ha lo scopo di ricordarle il suo destino e di far sì che venga realizzato.
C.G Jung |
Molti secoli dopo saranno Carl Gustav Jung e J. Hillman a occuparsene, rendendolo uno dei cardini della psicanalisi. Seguendo il punto di vista del primo filosofo, il daimon è un'entità autonoma che risiede nell'inconscio, inspiegabile all'uomo. Il suo scopo diventa quello di stimolare l'anima che sta assistendo, in modo da spingerla verso aree inesplorate e nell'uso continuo dei talenti e delle abilità che ha a disposizione.
Esso è fuori ogni cosa che concerne la società, la famiglia, le regole da seguire nel rapportarsi agli altri. Il daimon è soltanto un archetipo dell'inconscio e, a tal proposito, Jung lo definirà un impulso creativo.
Il modo per sfruttare al meglio questo compagno di vita, secondo il filosofo, è quello di accedere a questo archetipo, dialogare con lui e cercare quel giusto equilibrio tra la vita in società e la sua espressione.
J.Hillman |
Hillman, nel "Il Codice", condividendo il punto di vista di Jung, suo maestro, scriverà:
“Prima della nascita, l’anima di ciascuno di noi sceglie un’immagine o disegno che poi vivremo sulla terra, e riceve un compagno che ci guidi quassù, un daimon, che è
unico e tipico nostro. Tuttavia, nel venire al mondo, dimentichiamo
tutto questo e crediamo di essere venuti vuoti. È il daimon
che ricorda il contenuto della nostra immagine, gli elementi del
disegno prescelto, è lui dunque il portatore del nostro
destino”.
Notiamo, inoltre, un forte rimando al pensare per immagini che il filosofo definisce "fare anima" .
unico e tipico nostro. Tuttavia, nel venire al mondo, dimentichiamo
tutto questo e crediamo di essere venuti vuoti. È il daimon
che ricorda il contenuto della nostra immagine, gli elementi del
disegno prescelto, è lui dunque il portatore del nostro
destino”.
Notiamo, inoltre, un forte rimando al pensare per immagini che il filosofo definisce "fare anima" .
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